Dipartimenti di salute mentale

COMO -ASL COMO

Como

Direttore dott. Claudio Cetti

Telefono 031.585.5370

claudio.cetti@hsacomo.org

claudio.cetti@hsacomo.org

Fax: 031.585.4311

Indirizzo: Azienda Ospedaliera Sant'Anna

Lombardia








Unità operative afferenti:
Psichiatria - PO Como
L'Unità Operativa di Psichiatria Como 1 (UOP n.6) si articola in varie strutture. Il Centro Psico Sociale rappresenta il perno della organizzazione dell'Assistenza Psichiatria sia riguardo al coordinamento dei programmi di assistenza, sia nella risposta alla crisi, oltre a definire ed organizzare i percorsi di cura identificati in:
Consulenza
Modalità di intervento per utenti che non necessitano cure specialistiche.
Assunzione in cura
Modalità di intervento per utenti che necessitano di trattamento specialistico, ma non necessitano di interventi complessi.
Presa in carico
Modalità di intervento per utenti che necessitano di trattamento integrato per bisogni complessi.
A fronte della complessità della realtà psichica e intersoggettiva di ogni individuo, l'intervento specialistico non può che essere pensato su più fronti ed essere disegnato "su misura" per ogni soggetto: è indispensabile quindi un lavoro d'équipe fondato sull'integrazione delle sue diverse professionalità e competenze specifiche e la condivisione di ipotesi di lavoro e obiettivi raggiungibili. Di norma l'accesso è su invio del Medico di Medicina Generale. Il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura è il reparto ospedaliero psichiatrico nel quale sono ricoverati i pazienti che non possono essere seguiti a domicilio per la gravità della acuzie psicopatologica. Presso questo reparto lavora un'équipe psichiatrica specifica (medica e infermieristica) che opera in continuità terapeutica con tutte le altre strutture territoriali dell'Unità Operativa, permettendo un trattamento clinico senza soluzioni di continuità. Il Servizio Psichiatria di Collegamento permette l'integrazione della psichiatria nell'Ospedale Generale, determinando una maggiore capacità di riconoscimento dei disturbi psichici. L'esperienza di malattia, infatti, se grave e/o cronica può diventare fattore scatenante di questi disturbi.
Il Centro dei Disturbi della Condotta Alimentare si occupa di queste patologie che sono in costante aumento e che richiedono interventi terapeutici pluridisciplinari per un corretto inquadramento diagnostico e un adeguato indirizzo terapeutico.
Il Centro Diurno è una struttura semi-residenziale e comunitaria, con accesso interno nell'ambito del progetto individuale formulato dall'équipe del CPS, monitorato e verificato nel tempo. È strutturato per l'attuazione di interventi terapeutico-riabilitativi e di socializzazione che, sulla base delle risorse presenti nei pazienti, sono finalizzati al recupero e allo sviluppo di una loro possibile autonomia. Per questo gli interventi devono essere diversificati ed eterogenei, in attività individuali e di gruppo, laboratori espressivi e creativi, utilizzo delle risorse territoriali, attività propedeutiche all'inserimento lavorativo. Alcuni interventi di carattere ricreativo, risocializzante ed espressivo vengono realizzati congiuntamente agli altri servizi riabilitativi della Unità Operativa (CRT, CP). I percorsi di formazione e di inserimento lavorativo sono seguiti in collaborazione con operatori delle agenzie del territorio (Comune, enti di formazione, fondazioni, cooperative sociali).
La Comunità Protetta è una struttura comunitaria destinata a pazienti gravi che necessitano di una residenzialità protetta e di trattamenti terapeutico-riabilitativi finalizzati a sostenere e sviluppare le residue capacità di autonomia.
Psichiatria - PO Cantù/Mariano Comense (sede Cantù)

All'Unità Operativa di Psichiatria n° 8 afferiscono 40 comuni e una popolazione di circa 180.000 abitanti. Il territorio è molto ampio e con notevoli difficoltà di collegamento, soprattutto nel territorio erbese e tra l'erbese e il canturino.
Nella U.O.P. n° 8 sono presenti tutte le strutture psichiatriche previste dai Progetti-Obiettivo Regionali (P.O.R.) per la Tutela della Salute Mentale della Lombardia: Servizio psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC), Centro Psico Sociale (CPS), Centro Diurno (CD) Comunità Protetta (CP) Centro Residenziale di Terapie Psichiatriche (CRA).
Queste strutture sono dislocate e raggruppate nei tre poli (Cantù, Erba, Longone al Segrino), in ognuno dei quali si trovano strutture psichiatriche contigue.
A Cantù nella palazzina costruita ex novo all'interno dell'area dell'Ospedale e ultimata nel 1995, si trovano a piano terra il SPDC e al primo piano il CPS e il CD.
A Longone al Segrino all'interno del Presidio Ospedaliero "Beldosso" in una palazzina ristrutturata circa vent'anni fa sono ubicati CPS e CRA.
A Mariano Comense in una nuova palazzina costruita all'esterno dell'area dell'Ospedale, ma nelle immediate vicinanze, anch'essa ultimata intorno al 1995, sono ubicati il CPS, il CD e la CP.
Psichiatria - PO Menaggio
Le équipes che operano nell'ambito dei servizi psichiatrici sono composte da varie figure professionali, con diversi compiti e competenze, per garantire una risposta completa alle esigenze degli utenti e per fornire un nuovo approccio terapeutico/assistenziale, basato sul rapporto con il paziente, con il nucleo familiare e con il suo contesto sociale.
Psichiatra
È il medico presente in tutti i servizi, è responsabile degli interventi clinici e farmacologici e di tutti gli aspetti medico-legali. Ha competenza in materia diagnostica e psicopatologica e conduce trattamenti psicofarmacologici e psicoterapici.
Psicologo
È presente in tutti i servizi territoriali. Ha competenze in materia psicologica clinica e diagnostica. Conduce trattamenti psicoterapeutici e collabora con tutte le altre figure professionali nelle attività riabilitative e di prevenzione.
Assistente sociale
È presente in tutti i servizi con funzione di ascolto, consulenza e sostegno individuale e familiare per problematiche sociali e assistenziali. Attiva collegamenti tra le Istituzioni ed i contesti sociali. Collabora nella progettazione e realizzazione, valutazione degli interventi.
Educatore
È presente nei Centri Diurni e nelle Comunità protette, collabora nella realizzazione di programmi terapeutico-riabilitativi individuali e di gruppo e coordina le attività ludiche e di socializzazione.
Capo sala
È un infermiere presente nell'SPDC, nelle Comunità Protette e nei CPS, con funzioni di organizzazione, gestione e di coordinamento del personale e delle risorse materiali.
Infermiere professionale
È presente in tutti i servizi. Collabora con il medico per la somministrazione e il monitoraggio delle terapie farmacologiche e con tutte le altre figure professionali per la realizzazione dei progetti terapeutico-riabilitativi rivolti al paziente e alla famiglia.
Operatore Tecnico dell'Assistenza (OTA)
È una figura professionale presente in tutti i servizi con funzioni di collaborazione con gli Infermieri Professionali nell'espletamento delle attività assistenziali e nella realizzazione dei progetti riabilitativi.
Ausiliario Socio-Assistenziale (ASA)
È presente in tutti i servizi per l'espletamento delle funzioni di tipo alberghiero e per la pulizia degli ambienti.
Neuropsichiatria Infantile dell'Adolescenza (UONPIA) - PO Como
L'Unità Operativa di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (UONPIA) si occupa di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei disturbi neuropsichici nella fascia di età compresa tra 0 e 18 anni.
Gli ambiti di intervento sono: neurologia dell'età evolutiva, psichiatria del bambino e dell'adolescente, psicologia clinica, disturbi del linguaggio e dell'apprendimento, disturbi e ritardi dello sviluppo neuropsicomotorio, disturbi della relazione e del comportamento, disturbi generalizzati dello sviluppo e autismo infantile.
La peculiarità dell'attività clinica è rappresentata dalla presa in carico globale del paziente e della sua famiglia con l'intervento di un'équipe multidisciplinare, composta da neuropsichiatri infantili, psicologi dell'età evolutiva, terapisti della riabilitazione neuropsicomotoria e logopedica, educatore, infermiere e assistente sociale, che operano in modo integrato e in collaborazione con le agenzie educative e i servizi sociali del territorio di appartenenza.
Accesso al servizio e modalità operativa
L'accesso al servizio avviene tramite la famiglia, per iniziativa personale oppure su indicazione del medico di base/pediatra o della scuola.
La prenotazione viene effettuata telefonicamente nella sede del territorio di riferimento.
Per la prima visita è richiesta impegnativa rilasciata dal medico curante (prescrizione di "visita specialistica neuropsichiatrica").
Il medico neuropsichiatra stabilisce l'iter diagnostico, terapeutico-riabilitativo e prescrive direttamente le prestazioni necessarie.
Le prestazioni sono soggette al pagamento del ticket, con eccezione delle esenzioni per patologia, reddito ed età (esenzione totale per i pazienti di età inferiore ai 14 anni) previste dalla normativa vigente.
Comunità Terapeutiche di Asso
Il Presidio di Comunità Terapeutiche (PCT) per minori, collocato ad Asso (CO), si presenta come una villa antica situata alliinterno di un ampio parco secolare.
Al di là della facciata antica si ricercano risposte innovative ai bisogni dei minori che qui trovano ospitalità e cura.
Nel corso degli anni la struttura ha subito diversi e profondi cambiamenti.
Attualmente nel PCT di Asso trovano collocazione 5 comunità terapeutiche per minori, di ambo i sessi, di età compresa fra i 10 e i 18 anni, con disturbi della personalità, del comportamento ed ossessivi-compulsivi.
Disturbi dei Comportamenti Alimentare (DCA) - PO Como
La Comunità
La comunità è strutturata come una grande casa: vi sono 12 posti letto (camere con due letti) più 2 posti per le emergenze, tre bagni comuni, un soggiorno, una cucina e un laboratorio artistico.
Attiva da giugno 2005 e situata da giugno 2006 presso il Presidio delle Comunità Terapeutiche ad Asso, la Comunità offre progetti terapeutico-riabilitativi personalizzati a coloro che si rivolgono alla struttura.
L'Équipe
L'Équipe multidisciplinare è formata da uno psichiatra, una psicologa, una pedagogista/formatrice, tre educatrici, un medico internista part-time, una dietista affiancata da una dietista volontaria part-time, una caposala, otto infermiere e un'ausiliaria. La multidisciplinarietà evidenzia la necessità e la volontà di formulare ogni progetto terapeutico promuovendo tre aree di intervento: quello a valenza psicologico/psichiatrica, quello a valenza nutrizionale e quello a valenza educativa.
Finalità
La finalità della nostra Comunità è infatti quella di aiutare ciascuna ospite a individuare e attuare un personale progetto di vita.
Metodologia
Per costruire e attuare il progetto l'équipe si avvale di attività direttamente rivolta all'utenza e di attività intrinseca all'équipe stessa.
Per quanto riguarda il settore delle prestazioni rivolte all'utenza sono in atto: colloqui con l'inviante, visite internistico/nutrizionali, colloqui clinici individuali e di gruppo, psicoterapia, colloqui con i familiari, attività riabilitative individuali e di gruppo (riabilitazione nutrizionale, supporto alle abilità sociali di base, supporto all'attività lavorativa, danzaterapia, laboratorio di narrativa, laboratorio artistico-manuale).
Per quanto riguarda il secondo settore sono in atto: compilazione da parte degli operatori di un ''diario di bordo'', quotidiane riunioni di consegna/confronto, équipe settimanali di sintesi relative alla stesura e revisione dei singoli progetti (PTR), incontri di formazione interna all'équipe, riunioni organizzative.
Contatti
L'inserimento in Comunità Terapeutica avviene attraverso una serie di incontri effettuati dall'équipe multidisciplinare ambulatoriale ove vengono valutate le condizioni psico-fisiche del soggetto e le motivazioni all'adesione al progetto terapeutico. Per fissare un appuntamento è possibile chiamare il numero 031/6730415 oppure 031/6030449.
Psicologia Clinica - PO Como
L'Unità Operativa di Psicologia è la risposta alla necessità di coordinamento e strutturazione di quei servizi ed attività già svolti da psicologi e psichiatri.
Le domande di consulenza e supporto provenienti dai reparti dell'Azienda sono orientate in tre direzioni prevalenti:
l'ambito dei pazienti degenti e ambulatoriali.
La partecipazione ai protocolli diagnostico terapeutici.
La formazione specifica del personale medico e infermieristico.
Siamo ormai all'apice di quel progressivo cambiamento che, in questi anni, ha condotto il corpo sanitario a comprendere come il paziente associ alla necessità di una cura "fisica" della malattia la richiesta soggettiva di benessere psicologico e qualità della vita. La stessa O.M.S. recita che "curare" significa sviluppare le istanze di un approccio globale bio-psichico e passare dalla concezione del malato-paziente quale oggetto da curare a quella della persona-cliente quale soggetto del proprio benessere (es. consenso informato, comunicazione diagnostica, privacy). Questo cambiamento ha di fatto posto la relazione col cliente quale questione centrale nella cura ospedaliera.
Nonostante la grave carenza di risorse professionali psicologiche e psichiatriche, è comunque necessario sistematizzare gli interventi e costituirli in rapporto alle necessità e priorità esistenti nell'Azienda.
Nell'assistenza ordinaria fornita nei reparti, possiamo trovare utenti che, per loro strutturazione psicologica e comportamentale, accompagnata a differenti stili di vita o a performances a grave rischio, sviluppano richieste di aiuto e di cura incompatibili con la "normale" risposta da routine. In letteratura scientifica sia la diagnosi psicologica del paziente che l'analisi delle relazioni intrafamiliari sono ritenute necessarie all'avviamento di programmi terapeutici per ammalati critici, terminali, cronici, affetti da malattie degenerative.
Abbiamo indicazioni riguardo al fatto che il 60% delle visite mediche riguardano problemi che presentano una quota più o meno elevata di emotività somatizzata. Inoltre, sappiamo che l'intervento psicologico riduce del 79% il sovrautilizzo dei servizi medici (Cummings, 1986). Eppure, il coinvolgimento della psicologia negli ospedali di medicina generale è molto limitato.
La presenza degli psicologi nei setting medici presenta molteplici vantaggi:
un certo numero di individui, che altrimenti non si rivolgerebbero ai servizi di salute mentale, possono essere identificati e curati (prevenzione sociale).
La disponibilità dei servizi di consulenza psicologica produce effetti positivi nell'uso dei servizi medici (aumenta la compliance).
I brevi interventi di salute mentale possono ridurre l'uso dei servizi di medicina generale tra il 5 e l'85% (Budman, Demby e Feldstein, 1984).
Un'assistenza personalizzata e mirata è per 4 ordini di motivi:
motivare il paziente ad accettare, nonostante la gravità della malattia, la cura nell'ambiente ospedaliero e a protrarla a domicilio.
Motivare i parenti più stretti ad accettare nella propria abitazione un familiare ad alto rischio di patologie, quindi ad accudirlo nei suoi bisogni materiali ed affettivi.
Fornire elementi conoscitivi sulle modalità relazionali, necessarie agli operatori sanitari per evitare incomprensioni o, peggio, conflitti.
Evitare la ripetizione di esami e visite, spesso inutili e inappropriati, quando il quadro patologico specifico è accompagnato da una resistenza alla cura. Le reazioni psicologiche, quali ansia e depressione, alterano infatti il sistema di recupero alla vita normale. Non sempre vi è coscienza di questo nei pazienti e nei loro familiari.
La psicologia nel dipartimento di salute mentale
La difesa e lo sviluppo dell'integrità psichica costituiscono l'obiettivo della psicologia ospedaliera della salute nel territorio e concorrono a definire il fondamento stesso del benessere. La capacità di gestire stili di vita salutari e di evitare comportamenti a rischio non costituisce, infatti, il risultato di tecniche psicologiche di manipolazione del comportamento umano, ma è profondamente connessa alle risorse della persona, intesa come soggetto auto-organizzatore di salute e non solo come soggetto passivo di eventi-malattia.
Il collegamento della salute e del benessere all'integrità dell'individuo è associato, a sua volta, alla realizzazione dei vari aspetti di sé ed alla capacità di attribuire un senso all'esperienza e di pensare e di agire creativamente, come la pratica psicoterapeutica insegna.
La scelta aziendale di collocare l'UO di Psicologia nell'ambito del Dipartimento di Salute Mentale risulta coerente con queste premesse e assolve un duplice ruolo: garantire, da un lato, la continuità con il passato, caratterizzato dalla centralità del lavoro clinico e dall'uso di un modello e di competenze cliniche, dall'altro favorire il processo di cambiamento del D.S.M., attraverso l'affiancamento delle attività di promozione della salute mentale al tradizionale sapere psichiatrico, fondato sull'attività diagnostica, terapeutica e riabilitativa.
La psicologia contemporanea sottolinea come l'esperienza personale si sviluppi sempre all'interno di un sistema intersoggettivo in evoluzione. Il lavoro clinico ci ha insegnato che le patologie psichiche nascono da significative e ripetute esperienze di fallimenti relazionali, le più gravi da una vera e propria catastrofe intersoggettiva, nella quale sono crollate le relazioni che forniscono sostegno psicologico. L'autostima, infatti, la percezione dell'identità personale, l'esperienza di sé come soggetto avente un'esistenza propria, autonoma e duratura nel tempo, dipendono da specifiche relazioni di accudimento/attaccamento, costituitesi a partire dalla nascita, con le persone significative dell'ambiente.
In questa prospettiva il compito dello psicologo non è solo quello di accompagnare il paziente nella ricerca del senso della sua sofferenza, ma anche quello di intervenire sul contesto che dà origine alle configurazioni del sé. Compiti dello psicologo diventano, pertanto, l'identificazione dei fattori che favoriscono ed ostacolano il benessere psichico e relazionale al fine di orientare le attività dei servizi che forniscono un supposto alla famiglia e al bambino fin dal momento della nascita e la promozione di una cultura sensibile al riconoscimento dell'importanza della qualità delle relazioni e dell'ambiente sullo sviluppo psichico della persona. Da qui l'assunzione della responsabilità, da parte degli psicologi, di contribuire significativamente a favorire il benessere psichico nella comunità attraverso l'intreccio delle competenze cliniche e sociali, in un lavoro di confronto e di formazione con gli operatori sociali, sanitari, culturali, scolastici.
La diffusione della cultura e della pratica psicoterapeutica nei servizi psichiatrici ha avuto il merito, inoltre, di valorizzare la dimensione soggettiva della sofferenza individuale rispetto ad un'idea di malattia come dato oggettivo. La cura del disturbo psichico, in questa prospettiva, assume il significato di "prendersi cura" del paziente, favorendo i processi di integrazione del sé. La guarigione non può essere intesa solo come la possibilità di ritornare alla condizione precedente l'evento patologico, né come semplice annullamento dei sintomi. Al concetto di malattia si sostituisce il concetto di crisi come momento costitutivo dell'esperienza individuale con potenzialità evolutive.
La consapevolezza dei limiti della cura e quella dei bisogni emotivi dei pazienti hanno consentito di non confondere la curabilità di un disturbo con la sua guarigione, di superare la scissione tra salute mentale e salute fisica a favore di una concezione bio-psico-sociale ancorata alla qualità di vita, intesa come il livello migliore possibile di benessere fisico, psichico e sociale in funzione delle particolari condizioni di salute del paziente, della sua età, delle risorse ambientali.
L'idea di qualità, sottesa a questa prospettiva, include il concetto di partecipazione. La partecipazione del cittadino/utente va intesa, innanzitutto, nel senso del rispetto dei valori e dell'autonomia decisionale del paziente: il cardine di questa strutturazione concettuale è, in medicina, il consenso informato. La Psicoterapia, sulla base di criteri clinici, ci ha insegnato l'importanza della contrattualità del paziente, che implica il riconoscimento delle sue capacità, delle sue competenze e dei suoi limiti, nonché delle sue risorse per il cambiamento. Il ruolo del paziente, durante il percorso terapeutico, è attivo sia nell'elaborazione della sofferenza che nelle scelte da effettuarsi.
La partecipazione del cittadino può essere intesa, tuttavia, in una prospettiva più ampia, che non si identifica neppure nella "customer satisfaction", con il rischio di ridurre il benessere al consumo di prodotti tra le alternative del mercato. Poiché la salute si pone all'interno di un circuito dove condotte e stili di vita derivano anche da modelli collettivamente proposti ed elaborati. È possibile pensare che la psicologia della salute possa contribuire a costruire un sapere e una pratica della partecipazione non finalizzati solo alla soddisfazione del singolo cliente, ma alla valorizzazione dei cittadini, nella prospettiva della Welfare Community, cioé della comunità che assume la responsabilità della salute come benessere psicofisico, coerente con le scelte esistenziali individuali. Il progetto prevede dunque non solo il consolidamento dell'attività di psicoterapia, per consentire ad una fascia sempre più ampia di popolazione di accedere gratuitamente, o pagando un ticket, ad un trattamento di elevata specializzazione, per lo più inaccessibili in ambito privato a causa degli elevatissimi costi. Il progetto prevede anche un ampliamento degli interventi nell'area preventiva, soprattutto attraverso il potenziamento dei servizi che si occupano delle problematiche collegate alle fasi critiche del ciclo di vita e nell'area della formazione, sia a favore di operatori sanitari circa la qualità della relazione di aiuto, sia rivolta ai cittadini per offrire un'informazione sulle tematiche relative alla salute mentale e alle dinamiche relazionali. La possibilità di realizzare tale finalità appare ancorata alla costituzione di modelli operativi condivisi, condizione che rispecchia la storia che ha preceduto l'istituzione di questa UO e che costituisce il pre-requisito perché questa non si limiti ad essere una razionalizzazione della precedente organizzazione, ma presidi la risposta culturale e professionale che costituisce la cornice e il fondamento dell'operatività.